Kurt Cobain e il suo Mal di Leggere

hi 👋🏻

Lo so, è la terza volta che vi dico che ad Agosto non pubblicherò niente e ci vediamo a Settembre ed è la terza volta che è Agosto e non Settembre e io pubblico lo stesso: ma è che la vita da incostanti esseri incoerenti è dura, ma qualcuno dovrà pur farla. Cioè il fatto è questo: il 18 luglio ho pubblicato questo stesso post su IG ma non qui. Per qual motivo, direte voi? Nessuno, e infatti eccolo, con un tempismo da far invidia. Un mese dopo.

Il profilo instagram l’ho aperto con un progetto in mente, quello cioè di dare spazio all’altra mia enorme passione, la musica (cosa che qui sul blog non saprei come fare): ho iniziato con #librinmusica, una rubrica in cui vi racconto canzoni ispirate a libri famosi, tipo Sympathy for the Devil degli Stones o We Are the Dead di Bowie; recentemente poi, imbattutami per caso nella lista di 100 libri preferiti rilasciata da David Bowie nel 2013 mi è venuta questa idea qui, che in mancanza di un nome migliore ho chiamato WhatDoTheyRead?. Inteso come: cosa amano/amavano leggere i nostri idoli musicali preferiti?

Nella puntata di oggi, ad esempio, andremo ad infilare la nostra curiosa appendice nasale nei polverosi e ricchi scaffali della libreria di uno dei pochi idoli indiscussi della mia anarchica adolescenza, nonché modellatore della persona che sono adesso (sì, è colpa sua se sono una killjoy rompiscatole allucinante): ladies and tutti gli altri, Kurt Cobain.

I’m not well-read, but when I do read,

I read well.

Kurt Cobain, credendosi simpatico

La Beat Generation

Kurt mi cade sui cliché, che vogliamo farci: per le rockstar, specie quelle che vissero nel pieno del periodo, l’amore per gli autori, gli ideali, la cultura della Beat Generation è quasi scontato, onnipresente. Un titolo che nelle mie ricerche ho riscontrato spessissimo e che torna e ritorna spesso in vari contesti della vita pubblica di Kurt Cobain è I Vagabondi del Dharma di Jack Kerouac: questo singolare romanzo di Kerouac ha ispirato Kurt, per altro, nella scrittura di un pezzo rimasto a lungo inedito e intitolato Beans.

Enorme influenza, a suo dire, la ebbero anche l’inflazionatissimo Il Giovane Holden di J.D.Salinger, e autori come Bukowski, del quale citò Panino al Prosciutto e Post Office, e William Burroughs, del quale lesse di tutto e con cui scrisse addirittura un pezzo di beat-poetry rilasciato poi come singolo con il titolo The “Priest” They Called Him. Quelli che vedete nella foto di copertina del mio articolo sono loro due, Burroughs lo riconoscete perché è quello figo dei due.

QUI per il testo con traduzione in italiano

Spazio alle autrici e il femminismo

Nemmeno stavolta accogliamo la notizia con orde di stupore e fauci spalancate dallo shock, vista la rumorosa militanza femminista del cantante e dei Nirvana: Cobain adorava leggere testi di stampo femminista, di quello bello aggressivo, controverso e molto punk, come gli scritti di Camille Paglia e SCUM: Manifesto di Valerie Solanas. Ma si faceva anche punto di dar spazio alla scrittura femminile, notoriamente poco pubblicizzata o svenduta come roba di poca importanza: lui adorava la poesia di Elinor Wylie, poetessa americana dallo stile fortemente influenzato dalla penna di Mary Shelley e dei metafisici; adorava la scrittura secca di Katherine Dunn in Cuori Sgozzati e quella di S.E.Hinton, autrice de I ragazzi della 56esima strada.

Sappy è una canzone femminista scritta come critica ai ruoli di genere tradizionali all’interno delle relazioni eterosessuali. Alcuni dicono che invece parla della tartaruga domestica di Kurt, che in effetti si chiamava Sappy. Sappy vuol dire “sad” più “happy”.

Il libro preferito

Tra i suoi preferiti in assoluto c’erano le opere in prosa di Samuel Beckett (in particolare, Molloy, Malone Muore e L’Innominabile), Amleto di William Shakespeare e addirittura l’Inferno di Dante – che, penso io, è un po’ come dire che il mio libro preferito sono i primi sei capitolo di Cime Tempestose e non tutto il libro, ma ok whatever sarai giudicato da Caron dimonio dagli occhi di bragia non sta a me decidere. In una delle sue ultime interviste, tornando al discorso, Kurt rivelò il libro che più di tutti ne aveva influenzato il pensiero e la musica: Il Profumo di Patrick Suskind. Disse di averlo letto almeno una decina di volte e di non averne ancora abbastanza, “è come se me lo portassi dietro sempre, non mi lascia mai”. Il romanzo gli ispirò, per altro, la scrittura della canzone Scentless Apprentice (contenuta in In Utero,1993).

Like most babies smell like butter
His smell smelled like no other
He was born scentless and senseless
He was born a scentless apprentice

da “Scentless Apprentice”

Well, people: siam giunti a conclusione. Come vi è parso questo excursus nei meandri degli affaracci letterari altrui? Piaciuto? Ascoltate, o ascoltavate nei vostri anni ribelli, Kurt e i Nirvana? Io mi sono sorpresa ad avere più gusti letterari in comune con lui di quanto pensassi, ma alla fine non so cosa mi aspettassi, siamo due anime cupe e tristi con un caratteraccio veramente orrendo, ci sta tutto. Voi che mi dite, vi sareste trovati a far due chiacchiere letterarie con Kurt davanti a un tè con pane e cinismo o avreste fatto a botte?

Vi leggo nei commenti, nel frattempo vi ringrazio di cuore d’avermi letto anche stavolta e vi saluto con tanto amorevole affetto (e vi auguro buone ferie!)

sabrina

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6 pensieri riguardo “Kurt Cobain e il suo Mal di Leggere

  1. Beh, con Dante ho lo stesso problema, eh eh, ma all’estero si legge moolto di più l’Inferno che la Commedia nel suo insieme 🤣. Direi che visto che sono un’anima cupa, avrei potuto scambiare quattro chiacchiere libresche con Kurt (il problema è che non sono una grandissima fan della sua musica 😅).
    Se ami tanto la musica, non vedo perché “tenerla fuori” dal blog: potresti continuare con questa rubrica e/o recensire libri a tema musicale. Vedi tu 🎵 ❤.

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  2. Ero troppo grande per amare i Nirvana… piacevano a mia figlia, che era adolescente, e d’altra parte, Kurt era bellissimo. Non mi scandalizzo del fatto che abbia citato tra le sue letture l’Inferno e non l’intera Commedia, che è un bel po’ impegnativa. Nemmeno io l’ho letta tutta. Invece non ho mai potuto capire l’entusiasmo di tanti per Il profumo, un romanzo che non ho apprezzato per niente, salvo il primo capitolo in cui si descrivono gli odori di Parigi

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    1. Io e tua figlia andremmo assai d’accordo, mi sa 😁
      Comunque sì, l’intera Commedia è vero che non è leggerissima come lettura… però è letteralmente come interrompere un viaggio a metà! Su Il Profumo sono d’accordo, non ha entusiasmato neanche me. Però ha un’idea molto originale, forse piace per quello.

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  3. Non conosco granché la musica dei Nirvana per poter dire se mi piace o no, ma “Il profumo” l’ho letto anni fa e non mi ricordo granché, quindi temo che questo non deponga a suo favore.
    Però molto interessante questo post, mi piacerebbe leggerti scrivere di musica, nella quale io sono una capra, quindi mi fa piacere imparare cose al riguardo!💚

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    1. Il Profumo non è piaciuto nemmeno a me, ma in effetti è simile a tante canzoni dei Nirvana nello storytelling e nelle atmosfere, temi eccetera, quindi credo anch’io che non partiate con le migliori premesse 🙈
      Questa cosa della musica vedrò come introdurla, in effetti è un peccato averla lasciata fuori dal blog così a lungo. Sono contentissima che interessi però, che bello! 🥰

      Piace a 1 persona

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