“Non so che libro leggere” è stato il mio mantra da quando ero un’adolescente brufolosa, coi capelli crespi e in guerra perenne con il mondo (fino a che non mi sono resa conto che i libri nella mia wishlist sono decisamente più numerosi di quelli che avrò mai il tempo e i soldi di leggere).
Ma se è vero che i libri vanno a gusti, è altrettanto indubbio che ce ne sono alcuni che, come per le caramelle, se non vi piacciono vuol dire solo una cosa: siete psicopatici.
Eccoveli dunque (con la precisazione che se non vi piacciono c’è solo l’estrema probabilità che siate psicopatici, non la certezza, eh.) :
1. Il Ritratto di Dorian Gray, Oscar Wilde: Ogni stramaledetta volta che chiedo a qualcuno il loro libro preferito mi sento rispondere questo, ed io stessa l’ho odiato dovendolo leggere sotto costrizione a 12 anni, ma l’ho amato ad una seconda lettura, più scelta e consapevole: la realtà è che Wilde è pura poesia.
Lo stile elegante ma mai pesante o troppo ricercato, l’ambiente dai toni dark, il tema del “proibito” e del dannato, le trame amorose più ovvie e quelle che seppur sottoposte ad un ridicolo tentativo di censura si capiscono benissimo lo stesso, rendono il romanzo del caro irlandese Oscar … seducente, sì.
2. Dieci Piccoli Indiani, Agatha Christie: corto, semplice e scorrevole, prima che ve ne accorgiate sarà già finito. E’ divertente e piacevole sia che vogliate provare a giocare al Detective Conan sia che vogliate semplicemente qualcosa di carino e non faticoso da leggere: e se l’ho amato io che odio i gialli con ogni fibra del mio essere, fidatevi, piace davvero a tutti.
3. Novecento, Alessandro Baricco: Baricco, invece, non è affatto come le caramelle. Diciamo più come … la liquirizia (?): c’è chi la ama e chi la detesta, chi dice sia un genio, chi dice sia uno scrittore mediocre e per di più presuntuoso. C’è chi dice che Novecento è solo l’ennesima prova del suo immenso e incomparabile genio artistico e chi dice che sia l’unica cosa davvero bella da lui partorita. In ogni caso, è un libro bellissimo, un concentrato di commozione, teatralità e un pochettino di irriverenza in sole 100 pagine.
4. Le Città Invisibili, Italo Calvino: Per quanto mi riguarda Calvino era una sorta di Re Mida: qualsiasi cosa toccasse, era oro. Lo stile leggero e profondo insieme, scanzonato e sincero, intimo e divertente lo rendono adatto a tutti, amanti della letteratura o semplici lettori occasionali.
Le Città Invisibili è il racconto di Marco Polo all’Imperatore dei Tartari sulle città da lui visitate nel suo viaggio attraverso l’impero: particolare di considerevole importanza è che le suddette città non esistono se non nella mente di chi le racconta, tanto sonostrambe, surreali, fantastiche, immaginarie. Dovessi descriverlo con una parola direi: colorato.
5. La favolosa vita di Henry N. Brown orsetto centenario, Anne Helene Bubenzer: una lettura leggera e rilassante, ma commovente come poche. E’ una storia d’amore, dopotutto, che parte da una ragazza dal cuoricino spezzato (come lo sarà il vostro a fine lettura) che decide di cucire un nuovo amico un po’speciale, un orsetto, che passando di mano in mano vivrà avventure divertenti e scanzonate e altre che- non so se l’ho già detto- very very moving.
Buona lettura!
Foto: Pinterest https://www.pinterest.it/pin/801992646124990740/
Ok, è molto probabile che io sia mezza psicopatica 😂
Ho letto (per mia volontà) “Il ritratto di Dorian Gray” ma non mi è andato molto giù, non so, forse me lo aspettavo diverso. Comunque è nella lista dei libri a cui dare una seconda possibilità (prima o poi). Però amo il Wilde commediografo.
Di quello che penso di “Dieci piccoli indiani” hai letto recentemente, e di Calvino mi è piaciuto qualsiasi romanzo mi sia capitato tra le mani finora. “Le città invisibili” ancora mi manca 🙂
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Ahah però sai, guardiamola da un’altra prospettiva: se a me piace Dorian Gray che è un romanzo abbastanza cupo e sanguinolento forse la psicopatica sono io 😅
Anche io adoro il suo teatro!
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